a cura del prof. Paolo Ermano e della classe 4B (anno scolastico 2014-2015) del Liceo Scientifico Statale “Bertrand Russell” di Garbagnate Milanese (Milano)
La nostra ricerca
Il lavoro consiste in una mostra di venti cartelloni. Alla base ci sono le fonti dell’Archivio, una dozzina di documenti che costituiscono i fascicoli della Pia Casa di Abbiategrasso relativi a due ricoverati: il famoso brigante Antonio Gasparoni e un membro della banda, Pietro Cipolla. Il periodo va dal loro arrivo, settembre 1871, alla morte di Antonio, aprile 1882.
Gasparoni è il modello del brigante classico pre-unitario, apolitico, violento, assassino... non certo un delinquente gentiluomo! La popolarità fu dovuta sia alle sue delittuose imprese sia alla lunghissima detenzione, che contribuì ad alimentare la fama di vittima di pesanti ingiustizie. Nel 1825, ingannato da false promesse d'impunità, si consegnò alle truppe papaline e, dopo 45 anni di detenzione senza processo, fu liberato con la presa di Roma nel 1870. La sua eccessiva popolarità fu però talmente scomoda che il nuovo Regno lo spedì quasi subito nella Pia Casa di Abbiategrasso. Né lui né Cipolla avevano i requisiti per il ricovero, così fu il Regio erario a pagarne la retta.
Dalle fonti del Golgi non emerge un Gasparoni demente o rassegnato: una sua richiesta (non accolta) fu, ad esempio, quella di recarsi a Milano, per discutere con l’editore Barbini della pubblicazione de Il Masnadiero Gasparoni. È tramite le edizioni postume di tale volume, curate da un altro ospite della Pia Casa, il cieco (!) Croci, che sappiamo delle molte visite che riceveva e di una fama che lo accompagnò anche al Nord.
Oltre alla biografia e all'esame delle cosiddette imprese, s'è cercato di verificare la storicità dei fatti raccontati nelle memorie, e degli incontri che illustri uomini, soprattutto stranieri, ebbero con il Nostro, nelle prigioni in cui, insieme alla banda, fu rinchiuso.
Questi i punti sui quali la classe ha lavorato.
La vita di Gasparoni
Fondamentali le memorie edite in Francia e Italia grazie al manoscritto di Masi, l'unico della banda alfabetizzato, una sorta di Omero del masnadiero, del quale viene analizzata la figura, come pure dell'altro compare, presente nelle fonti, Pietro Cipolla. Costui, la pecora nera, non perdonò mai al capo l'ingenuità della resa.
Attraverso Il masnadiero, si è cercato quindi di ricostruire alcuni episodi della biografia, confrontando le concordanze e le varianti, per valutarne sempre l'attendibilità.
Ricerca di altre fonti
È stato necessario esaminare le testimonianze coeve e i non pochi racconti che hanno avuto come protagonista Antonio; utili sono poi risultati alcuni saggi sul brigantaggio nel Lazio, come Il triangolo della morte di Michele Colagiovanni.
Il contesto storico
Nella Provincia di Marittima e Campagna, paludi e miseria favorirono certamente il sorgere di questo famigerato triangolo della morte, prossimo alla via che univa Roma a Napoli, territorio dunque che si prestava a proficui agguati. I briganti furono dei semplici delinquenti, grassatori, rapinatori, sequestratori, assassini, esaltati da pittori, spesso invitati nei loro covi per immortalarli, e da stranieri, che giungevano in Italia sognando l’avventura del fatidico agguato.
Il masnadiero contava sui numerosi e molto dispendiosi manutengoli, appartenenti non solo al popolo, e sulla naturale simpatia che suscita chi si ribella a istituzioni dai più ritenute ingiuste.
Due le figure femminili legate a Gasparoni. Diomira De Paolis, prima e unica moglie, con la sua tragica storia, e Geltrude De Marchis, che, per Masi, con sorrisi e lusinghe, spinse il capo alla resa, illudendolo di poter ricominciare una vita rispettabile. Con loro sono state esaminate due famose brigantesse del dopo Unità: Michelina De Cesare e Maria Oliverio, che fu anche capo banda come racconta Dumas.
Edmond About, visitando Sonnino, incontrò invece l'onesta Maria Grazia, vedova di un fuorilegge, che, con la sorella Teresa, posò per i vari pittori che ritrassero la vita dei masnadieri.
Lo Stato pontificio combatteva il brigantaggio, ma in modo poco efficiente; con frequenti amnistie e talvolta promuovendo i ravveduti (?) in sbirri. Editti spesso controproducenti si alternavano a momenti di dura repressione: famoso il terribile boia Mastro Titta, temuto per le sue macabre esecuzioni. Non mancò invece chi cercò di educare ed evangelizzare, come San Gaspare del Bufalo, missionario tra i briganti.
La critica al mito: fu vera gloria?
Il mito fu alimentato dalle imprese (molte dubbie e spesso crudeli) e dalla lunga permanenza in galera. Le costanti visite narrate soprattutto da scrittori famosi, le fantasiose caratteristiche attribuitegli (letterato e musico!), l'immagine di un fuorilegge più vittima che colpevole, infine, il successo dei libri di memorie, lo resero un personaggio la cui fama attraversò l’oceano e arrivò sulle colonne del New York Times.
Fu vera gloria? Le testimonianze sono discordanti; alcune lo riportano alla dimensione di un assassino violento, e studi recenti ne ridimensionano l’importanza e il ruolo, rispetto ad altri capi-banda laziali. Lo stesso Dumas sospetta di aver incontrato un falso brigante, circondato da comparse: la nostra ipotesi è che ciò accadde spesso. Ugo Pesci, che entrò tra i primi nella fortezza liberata di Civita Castellana nel 1870, lo descrive come un ciociaro rozzo e ignorante, con tendenze megalomani … ma il mito continuò.
Il caso Lombroso
Lo scienziato Cesare Lombroso teorizzò che all’essere criminale corrispondono precisi aspetti morfologici. Dall'esame del cranio di Cipolla e Gasparoni, la diagnosi fu chiara: due tipici assassini. Un suo articolo del 1902, mette proprio a confronto il Nostro, delinquente nato, col brigante Musolino, definito criminale di genio.
Per presentare la mostra presso la sede dell'Istituto Golgi Redaelli nell'ottobre 2015, sono state preparate ed eseguite, da alcune allieve ed allievi, due ballate: l'adattamento di una tarantella originale del 1859, repertorio dei cantastorie; e una tarantella rap, scritta per l'occasione, con riferimenti anche al periodo di permanenza ad Abbiategrasso.
Gasparoni il masnadiero. Mito storia e fantasia
Mostra della classe 4B (anno scolastico 2014-2015), Liceo Scientifico Statale “Bertrand Russell” di Garbagnate Milanese (Milano), prof. Paolo Ermano
percorso tematico: Le peripezie del brigante Gasparone (1793 – 1882)