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2008/2009

La gestione della grande proprietà fondiaria della MIA in Comun Nuovo agli inizi del Novecento

Un percorso che consente, oltre allo studio del territorio e delle modalità di sfruttamento da parte dell’uomo, un confronto con la durezza della vita contadina agli inizi del secolo scorso. Non solo quindi la possibilità di studiare mappe, terreni e colture ma anche di ricostruirne le proprietà e le modalità di gestione. E ancora di più di immaginare i visi segnati dalla fame e dalle malattie (è il periodo della pellagra endemica) e le mani callose che impugnano zappe e forche, ma sanno a mala pena tenere la penna in mano. Ma è anche l’inizio di un cambiamento : la nascita delle prime società dei contadini ad opera di sacerdoti sensibili alla questione sociale.

La nobildonna Flaminia De Vecchi Carrara Beroa (1792-1843) generosa benefattrice

Qui si parla di generosità. Siamo nel cuore dell’attività della MIA. Quella per cui era stata fondata nel 1265: aiutare gli altri. E di cuore doveva averne tanto Flaminia sia quando era in vita -caratterizzata da un’ avveduta prodigalità verso i bisognosi- sia dopo la morte quando, in forma di legati, sostiene enti di beneficenza e privati cittadini. Non facile discorso oggi quello sulla carità ma certamente di grande attualità tra il senso di fastidio e le richieste pressanti di una nuova povertà.

 

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